December 2021 Casa del Fascio

INTANGIBLE (INTANGINBILE/TANGIBILE)

Chiara Rostagno

OPERA: COMUM PORTRAITS TXT

AUTORE: FABIZIO MUSA

ANNO: 2013-2021

TECNICA: acrilici su tela e istallazione digitale.

DESCRIZIONE:
Mario Botta ha detto che la pittura di Musa è una “sorpresa”, ed è una lettura che permette di “immaginare”. Quando questo accade con le biografie, sembra che la storia ci guardi negli occhi e sappia affiorare dal buio.
A Giuseppe Terragni, lo spazio che oggi chiamiamo Piazza del popolo, piaceva per la sua capacità di abbracciare la storia della città: dall’antichità fino al contemporaneo. Fabrizio Musa lavora esattamente su questa visione e sull’idea di rendere tangibile, e di dare un volto, alla storia della città.
E’ una storia fatta di persone: dei loro sogni, delle loro opere e del loro vissuto.
L’opera si compone di ritratti, in bianco su nero, ciascuno portatore di una biografia: Plinio il Vecchio, Alessandro Volta, Carla Badiali, Antonio Sant’Elia, Giuseppe Terra-gni e Giuditta Pasta.
Sulla superficie della Casa del fascio affiorano, dall’ombra, i loro volti e i loro nomi: perché possano entrare nell’immaginario delle persone e rendersi confidenti.
Musa insiste, giustamente, nel dire che questa sua istallazione sia un dono.
Un dono voluto per la città e coloro che la vivono, in questo Natale che si confronta con le biografie (e le storie) di ciascuno di noi: tra chiari e scuri.

L’OPERA CHE NON C’E’. UN TRIBUTO A TERESA CICERI.
I nomi delle scuole, delle vie e delle piazze dovrebbero tenere viva, in ciascuno di noi, la memoria di persone che hanno dato un contributo importante alle comunità. Teresa Ciceri è un nome che tutti conoscono. Pochi, pur tuttavia, hanno confidenza con la sua storia: che è meravigliosa. La sua stessa immagine pare svanire nell’oblio ed è consegnata ad una sola tela, custodita nel Museo civico di Como.
Musa ha lavorato tenacemente sul suo ritratto, mettendo in evidenza i tratti decisi e nitidi di una donna che ha saputo precedere i tempi e vivere pienamente.
Lei, Teresa Ciceri Castiglioni, è stata un’agronoma e donna sapiente (“coltissima dama”, come la definisce Pietro Verri), attiva nel sostenere importanti innovazioni nella coltivazione dei suoli e nella trasformazione dei prodotti agricoli.
Lo stesso Alessandro Volta la definisce come “donna Teresa Ciceri, dama comasca, mia singolar padrona e amica”.
I documenti lasciano affiorare la memoria di una donna capace, concreta, razionale e poco incline a esibire i propri meriti, al punto di far fondere la medaglia d’oro rice-vuta dalla Società patriottica di Milano, per realizzare oggetti preziosi ma di uso quo-tidiano.
Nata nel 1750 ad Angera, è morta a Como nel 1821.
A duecento anni dalla sua scomparsa, questo ritratto vuole contribuire a restituire alla città la memoria viva di una donna che, nonostante le difficoltà della vita e di madre (di 12 figli), non ha mai perduto la forza e la volontà di dedicarsi all’arte, alle scienze e al sogno di un futuro migliore.

LINK: TERESA CICERI PORTRAIT TXT

L’AUTORE, IN UN RITRATTO DI 2 PAROLE
Fabrizio Musa ha un’attitudine naturale per la bellezza dell’immagine.
La cattura, attraverso la fotografia e lo studio, e la restituisce trasformata sulla su-perficie dipinta, attraverso il bianco e il nero.
Questa sua capacità di cercare il bello spazia tra il mito e il quotidiano.
Ogni soggetto ha una sua bellezza, che bisogna cercare e fissare, come avviene per le emozioni.
Cresciuto artisticamente lontano dalle accademie e dalle gallerie, Musa studia le persone e le forme in modo originale. Dice che per lui dipingere è un modo per “far vedere” e per condividere la sua lettura delle forme e del mondo.
In questo suo lavoro e desiderio di dialogo, la luce è lo strumento principale.

Chiara Rostagno PhD

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